Gli oggetti del desiderio
La casa è pronta: i colori, i materiali e gli arredi su misura, gli elettrodomestici di ultima generazione, sono al loro posto. Ma manca ancora quel dettaglio capace di trasformare uno spazio ordinario in un luogo straordinario: un pezzo di arredo di design, ossia non solo mobili o lampade, ma vere opere d'arte che raccontano storie di innovazione e stile.
Infatti, un pezzo di design non è solo funzionale, ma è anche un simbolo: ogni curva, materiale e dettaglio racchiude decenni di storia, genialità e cultura. Ma cosa rende questi oggetti così irresistibili? Innanzi tutto la loro storia unica che ha come protagonista il sentire e la genialità dei designer capaci di recepire esigenze e gusti del periodo interpretandole con tecnologie, materiali e processi industriali e trasformarle in oggetti che rappresentassero un perfetto mix tra estetica e praticità. Un’altra ragione, che rende gli arredi iconici del design così ambiti, è il fatto che innegabilmente hanno, al pari di un’opera d’arte, una bellezza intramontabile. A questa ragione si lega un’altra caratteristica: questi oggetti mantengono (e spesso aumentano) il loro valore nel tempo; infatti non si tratta solo di acquistare una sedia o una lampada, ma di fare un investimento, e, diciamocelo, c’è qualcosa di appagante nel sapere che quel pezzo che adoriamo è anche un tesoro per il futuro. A questo proposito si raccomanda di acquistare i pezzi da rivenditori certificati o showroom ufficiali a garanzia di qualità e autenticità del prodotto.
Di seguito scopriamo insiemi quali sono oggi i pezzi must have legati alla storia del design.
Tavoli e sedie, un immancabile duo
I tavoli e le sedie, sono tra gli oggetti più comuni nelle case di tutti i tempi ed è proprio grazie al genio di celebri designer che da banale arredo del quotidiano vengono trasformati in un simbolo di creatività, eleganza e visione innovativa. Antesignano del design biofilico il Tavolo di Isamu Noguchi del 1944 rappresenta in pratica una scultura funzionale, con piano in vetro e base intrecciata in legno. Mentre il mitico Tavolo Tulip, prodotto da Knoll, viene progettato nel 1957 come spiegò lo stesso architetto Eero Saarinen “per eliminare il brutto caos delle gambe" sostituendole con una base centrale elegante e rivoluzionaria. Copiato, fatto e rifatto è una visione innovativa che tutt’oggi funziona alla grande!
Non di meno le sedie hanno vissuto negli ultimi decenni un processo di evoluzione sia nei materiali sia nell’idea di seduta. La prima a segnare una svolta è, nel lontano 1859 la Sedia Thonet. È infatti la prima sedia a essere prodotta in serie: Michael Thonet brevettò un sistema per curvare il legno al vapore, rivoluzionando così l’industria del mobile È oggi ancora considerata un classico intramontabile semplice ma resistente, amata per la sua leggerezza come la Sedia Cesca di Gavina, disegnata nel 1928 da Marcel Breuer: in tubolare d’acciaio a sbalzo, priva di gambe posteriori che le conferisce un effetto di sospensione unico, il sedile e lo schienale in paglia viennese le danno un tocco di artigianalità.
Del 1960, è poi la sedia, simbolo della cultura pop, progettata dal designer danese Verner Panton per Vitra: è la prima sedia in plastica stampata in un unico pezzo a “S” continuo, senza interruzioni. Del 2003, in policarbonato trasparente, è infine un altro must, la Sedia Louis Ghost di Philippe Starck. Prodotta da Kartell è uno dei pezzi più celebri del design contemporaneo combinando il design classico della sedia Luigi XV con materiali moderni.
Poltrone in prima fila
Facili da inserire in qualunque ambiente, e soprattutto comodissime, le poltrone iconiche del design non sono semplici oggetti d’arredo, ma vere opere d’arte funzionali che uniscono estetica, innovazione e una profonda capacità di raccontare la storia e l’evoluzione dello stile e della tecnologia.
prima della serie è sicuramente la LC4 Chaise Longue, progettata da Le Corbusier, Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret nel 1928. Conosciuta anche come la “macchina per il riposo”, questa chaise longue si distingue per la sua struttura in acciaio tubolare e il rivestimento in pelle, che si adatta ergonomicamente alla forma del corpo. Quasi contemporanea è la Poltrona Barcelona, disegnata da un altro genio del razionalismo, Ludwig Mies van der Rohe e prodotta da Knoll. Elegante e raffinata, con struttura in acciaio e cuscini in pelle lavorati a mano, fu originariamente progettata per la famiglia reale spagnola in occasione dell’Esposizione Universale di Barcellona del 1929, da cui prende il nome. Riprende invece la classica poltrona dei pub inglesi la Lounge Chair & Ottoman del 1956 di Charles e Ray Eames, prodotta da Herman Miller/Vitra che, simbolo della modernità, unisce pelle e legno curvato in un design di lusso e comfort. Del 1958 è poi la Poltrona Egg di Arne Jacobsen, estremamente avvolgente viene pensata per arredare la lobby e le suite del SAS Royal Hotel di Copenaghen, uno dei primi grattacieli di lusso scandinavi progettati dallo stesso Jacobsen. Immancabile tra le poltrone che hanno determinato un cambio di gusto è infine la Up 5 & Up 6 disegnata da Gaetano Pesce nel 1969. Prodotta da B&B Italia viene inizialmente venduta sottovuoto; una volta aperto l’imballaggio, si gonfiava assumendo la sua forma grazie al materiale espanso utilizzato.
Quando illuminare accende le idee
È dagli Sessanta che le lampade da semplici fonti di luce si evolvono in arte e innovazione in un continuo dialogo tra forma e funzione. Difficile scegliere le più iconiche: spesso disegnate da designer italiani e prodotte in Italia, contribuiscono a portare nel mondo proprio l’idea di qualità, genialità ed eleganza del design italiano.
La più celebre, con base in marmo e arco in acciaio regolabile, è la Lampada Arco, prodotta da Flos nel 1962 e disegnata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni. Stesso produttore per la piccola ma geniale Eclisse, un progetto del 1965 di Vico Magistretti, che si ispirò alle lanterne dei minatori per progettare il sistema rotante che permette di regolare la luce, proprio come un’eclissi. La celebre Lampada Tizio la produce invece Artemide nel 1972 su progetto di Richard Sapper: un capolavoro di ingegneria e design, caratterizzata da un sistema di contrappesi e bracci regolabili, può essere orientata in molte direzioni senza bisogno di viti o molle; è inoltre una delle prime lampade a utilizzare un sistema a basso voltaggio senza cavi visibili, grazie alla conduzione della corrente attraverso i bracci metallici.
Che siano arredi o suppellettili, inserire un must del design nel nostro appartamento è un po’ come indossare un gioiello o un capo sartoriale: dice qualcosa di noi, delle nostre passioni, del nostro gusto e della nostra capacità di apprezzare le cose non banali. Insomma I pezzi di design iconico sono un po’ dei compagni di vita, oggetti che ci fanno sorridere ogni volta che li guardiamo, ricordandoci che il bello non è un lusso, ma un gusto, un’esperienza e una necessità di vita.
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