Case a impatto Zero: il futuro che verrà

È stato approvato il 12 marzo 2024 il testo della direttiva europea in materia di case green. L'ambizioso obiettivo è quello di arrivare a zero emissioni di CO2 entro il 2050. Tra i dubbi e perplessità sul futuro delle vecchie case degli italiani, la bella notizia è che tutti gli edifici nuovi progettati e realizzati da Edilnord sollevano da ogni problema. Scopriamo perché

L'Europa si muove con passi decisi verso un futuro più verde e sostenibile, e la recente approvazione della Direttiva Casa Green ne è un chiaro esempio. Questa direttiva, parte integrante della revisione della Direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive) rappresenta un importante traguardo nella lotta al cambiamento climatico e nell'incremento dell'efficienza energetica degli edifici. Con l'85% degli edifici dell'UE costruiti prima del 2000 e il 75% di questi che presentano una bassa efficienza energetica, è evidente l'urgenza d’interventi mirati. La Direttiva Casa Green si pone l'obiettivo di ridurre del 60% le emissioni nel settore edilizio entro il 2030, rispetto ai valori del 2015, e di raggiungere la neutralità climatica del settore entro il 2050.


Il cronoprogramma e le esenzioni

Dal 2030 la direttiva prevede che tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissione zero (quelli pubblici dal 2028); per il patrimonio edilizio esistente presenta invece step intermedi, con una distinzione tra edifici non residenziali e residenziali. Per gli edifici non residenziali: entro il 2030 riduzione del 16% dei consumi per gli immobili con le peggiori prestazioni (classi E, F, G) ed entro il 2035 riduzione del 26% dei consumi. Per gli edifici residenziali: entro il 2035 riduzione del 22% dei consumi per l’intero comparto, con almeno il 55% del calo derivante da ristrutturazione di edifici con le peggiori prestazioni, ovvero quelli più energivori in classe E, F, G. Per quanto riguarda invece le fonti di energia, dal 2032 gli immobili ristrutturati dovranno installare impianti fotovoltaici ed entro il 2040 andranno eliminate le caldaie a gas. Inoltre, a ogni Paese è data facoltà di esentare dagli interventi fino al 22% del totale degli immobili, in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni. Per questa ragione dagli interventi sono esclusi: i monumenti; le case di vacanza, ovvero quelle abitate meno di 4 mesi l’anno; i palazzi storici protetti; le chiese e altri edifici di culto; le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.


La situazione italiana

La direttiva europea richiede quindi impegni concreti da parte degli Stati membri. Il problema è che l’Italia si ritrova a dover fare i conti con un patrimonio immobiliare vecchio e poco “green”. In base ai dati ENEA, 11 milioni di abitazioni nel nostro Paese (il 74%) sono in classe energetica inferiore alla D: il 34% è in classe G, il 23,8% in classe F, il 15,9% in classe E. Si calcola che ad essere interessati agli adeguamenti saranno circa il 60% degli immobili residenziali, che dovranno necessariamente procedere con i lavori di aggiornamento agli standard di prestazione energetica entro il 2035. Secondo gli studi di ANCE, l’associazione nazionale costruttori edili in Italia, per soddisfare gli obiettivi della direttiva sarà necessario aggiornare circa 1.8 milioni di edifici residenziali nei prossimi 10 anni, a un costo stimato di 400 miliardi di euro.


Tra costi e benefici

Entro due anni dall’entrata in vigore della direttiva ogni Paese dovrà elaborare un piano nazionale di attuazione, senza per ora contare su risorse europee certe. Il cammino verso la sostenibilità ambientale non sarà privo di sfide, soprattutto in termini economici, che sembra graveranno soprattutto sui proprietari di case. Secondo gli studi delle associazioni di settore la riqualificazione energetica degli immobili, per raggiungere gli obiettivi europei, costerà alle famiglie italiane tra i 20.000 e i 55.000 euro (cifra che varia a seconda delle caratteristiche degli immobili, della classe energetica di partenza, degli interventi di rigenerazione urbana eventualmente messi in atto nel quartiere). Il passaggio di almeno due classi energetiche richiede esternamente la coibentazione dell’edificio, la sostituzione delle caldaie, l’installazione di pannelli fotovoltaici; all’interno delle abitazioni è poi necessaria la sostituzione di infissi e finestre e la sostituzione degli impianti a gas con altri meno inquinanti. Nonostante i costi iniziali elevati ci saranno naturalmente vantaggi a lungo termine associati al miglioramento dell’efficienza degli edifici, come la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra. Ad esempio, isolare adeguatamente i tetti e le pareti degli edifici meno efficienti in Italia potrebbe ridurre del 49% il consumo di gas del Paese.


Con Edilnord il green è già realtà

In tutto ciò, va sottolineato come i nuovi edifici, quelli costruiti cioè negli ultimi anni, siano già a norma. Tra questi le case in classe energetica A4 realizzati da Edilnord, un’azienda che da sempre crede nella sostenibilità. Ed è grazie a un continuo studio nel campo dei materiali e all’applicazione delle soluzioni tecnologiche più innovative come cappotti termici, pompe di calore, energia fotovoltaica, serramenti di ultima generazione, domotica che ottiene edifici performanti a basso impatto ambientale e ad alto comfort abitativo. Ed è questo un impegno preso molto seriamente da Edilnord verso quel futuro sostenibile, ormai urgente, che sta alla base della direttiva europea Casa Green.



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