L'ordine che appaga

Fare spazio, limitare il superfluo per uno stile di vita minimalista: questo è il significato più profondo della parola decluttering, intraducibile nella nostra lingua ma entrata comunque nel lessico quotidiano. Affrontiamo l’argomento con alcune riflessioni e qualche consiglio su come configurare in quest’ottica la propria abitazione.

L’ordine paga, e non per dire, visto che è stato dimostrato che lavorare in ambienti disordinati e caotici è causa di scarsa produttività e di procrastinazione cronica. È opportuno dunque creare ambienti il più possibile sgombri e di ampio respiro e questo non solo per migliorare le proprie performance lavorative ma soprattutto per vivere meglio. Il decluttering, è infatti qualcosa di più del buon, vecchio “ordine” come lo chiamavano le nostre nonne, e non è nemmeno la semplice eliminazione degli oggetti superflui: è una vera e propria attitudine orientata all’essenziale, al minimal, una filosofia di vita in cui l’ordine esterno aiuta a fare ordine anche a livello interiore e dove “poco” non vuol dire modesto, dimesso o umile, ma scelto, mirato, pensato e, non ultimo, destinato a durare. Il minimalismo è anti-decorativo e quindi impegnato a togliere invece che a mettere e si concentra su pochi elementi di pregio invece che sull'accumulo e la sovrabbondanza, anche in chiave di acquisti e di consumi consapevoli.


Partire col piede giusto

Certo è più semplice tenere in ordine che riordinare e l’acquisto di una casa nuova può essere il punto di partenza ideale per impostare sin da subito un certo rigore. Lo stile architettonico minimalista, in questo senso, è quello che meglio di altri corrisponde alla necessità di liberarsi del superfluo: gli edifici si spogliano ma restano involucri eleganti e raffinati, circondati dal verde e sostenibili. Questa semplicità dal punto di vista progettuale e compositivo, non è affatto banale (e anzi alcuni dei più celebrati architetti del mondo hanno operato in tal senso da Le Corbousier a Frank Lloyd Wright fino a Gio Ponti e molti altri) ma è studiata e congegnata per dare valore e ordine allo spazio. Gli ambienti sono aperti, le pareti sono ridotte al necessario per creare una relazione fra i diversi spazi; le forme sono semplici e le tinte chiare per riflettere la calma e la tranquillità. Il colore è un elemento molto importante sia negli esterni sia negli interni ed è utilizzato per esaltare le forme e il volumi delle superfici.


Arredi che non ingombrano la vista e la vita

Il minimalismo non è solo uno stile architettonico ma è stato applicato, come una vera e propria filosofia di vita a tante forme d'arte, dalla scultura alla pittura, dalla musica alla letteratura, fino al marketing (il celebre logo di Nike, ad esempio, altro non è che un segno essenziale, minimal appunto). Ed è naturalmente approdato anche all'arredo, al decor: un arredamento minimalista è prima di tutto essenziale, solo gli elementi funzionali sono infatti ammessi in casa. È chiaro che iniziare da zero in una casa vuota è più semplice che declutterare e riordinare una vecchia abitazione dove magari si sono susseguite generazioni e dove ogni oggetto corrisponde a un ricordo dal quale è difficile staccarsi. Non tutti del resto amano il minimalismo e sono in molti anzi a sostenere che il risultato sia asettico, più da guardare che da vivere, e persino impersonale. Ecco perché è importante non solo affidarsi ai suggerimenti di interior design ma anche al proprio gusto personale e alle proprie necessità che non devono sottostare ai diktat della moda ma alle proprie esigenze: l'importante è sempre chiedersi il ruolo e la funzione di ogni singolo mobile, oggetto, elettrodomestico, nicchia, scaffale.


Le teorie di Marie Kondo in pratica

Torniamo dunque all'inizio di questo testo, quando abbiamo fatto cenno al decluttering, dato che declutterare include proprio la capacità di rendere ogni luogo funzionale. Marie Kondo, di origini giapponesi, è celebre in tutto il mondo grazie soprattutto ai suoi libri sul tema dell’organizzazione. Il suo metodo affonda le sue origini in concetti di origine shintoista come nell’Ikigai, che significa la ricerca della felicità mediante le piccole cose. Kondo nel tsto “Come fare decluttering” consiglia di usare la saggezza e di interrogarci su ciò che ci interessa davvero possedere. Sbarazzarsi poi del superfluo è più semplice di quanto sembri: nello specifico l'autrice parte dal presupposto che sia necessario in primo luogo decidere se un oggetto è utile. In caso affermativo bisogna decidere dove metterlo, al contrario basta semplicemente disfarsene. Il metodo, inoltre, suggerisce di riordinare non pensando ad un ambiente alla volta ma cercando di riordinare una serie omogenea di oggetti, ad esempio riordinare tutti i libri, tutti i vestiti o tutte le scarpe. Un altro aspetto rilevante consiste nel saper decidere quali oggetti scartare e quali altri invece sistemare: tutto ciò che smette di svolgere le operazioni per le quali è stato realizzato andrebbe gettato via (o meglio, riciclato) che sia una caffettiera col manico rotto o un vestito troppo largo. Le cose di complicano quando non si riesce a trovare un motivo evidente per liberarsi di un oggetto: un buon modo di procedere consiste nel disfarsi di tutto ciò che non si è utilizzato da più di un anno. Se proprio non si riesce a decidere allora si può passare oltre ripromettendosi però di prendere una decisione entro sei mesi. Infine se proprio i dubbi non svaniscono, bisogna ascoltare il cuore. Se prendendo in mano o osservando un oggetto, questo è in grado di suscitare delle emozioni, allora forse è il caso di tenerlo, ma con una rinnovata consapevolezza.


Vuoi capire se il minimal è lo stile che ti appartiene? Vuoi provare, attraverso render e simulazioni, a immaginare la tua nuova casa concepita e arredata in questo stile? Contattaci: i nostri esperti sono a tua disposizione per cercare insieme a te le soluzioni che più riflettono la tua idea di abitare