Un bel terrazzo fiorito parte dall’irrigazione


Chi non rimane incantato davanti a balconi lussureggianti e terrazze verdi come giardini? Bellissimi da vedere, piacevoli da vivere, per essere sempre impeccabili richiedono non solo passione per le piante ma anche una serie di accorgimenti, primo tra tutti l’irrigazione. Se infatti in natura le piante trovano l’acqua nel terreno, spingendo le radici in profondità, così non può succedere nei vasi e nelle fiorere. E se bagnare le piante “a mano” per alcuni è un passatempo, per le piante è sicuramente meglio poter contare su un efficiente impianto di irrigazione che, con cadenza regolare, assicura loro la giusta quantità d’acqua anche durante le assenze dei proprietari di casa. Cerchiamo quindi di capire insieme come predisporre un impianto efficiente.


Vediamo prima di tutto quali sono i componenti di un impianto di irrigazione:


  1. un punto di presa d’acqua, ovvero un rubinetto collegato alla rete idrica o a un serbatoio;
  2. un sistema elettronico per programmare gli orari, frequenze e durate delle irrigazioni, chiamato centralina;
  3. un sistema elettromeccanico per aprire e chiudere l’acqua, chiamato elettrovalvola. Segnaliamo che il mercato tende a fornire centralina ed elettrovalvola in un corpo unico, chiamato programmatore per l’irrigazione.
  4. un sistema di regolazione, della pressione dell’acqua, fondamentale perché i giunti a pressione dei componenti della micro-irrigazione non si aprano in caso di una più elevata pressione proveniente dall’acquedotto;
  5. un filtro per le impurità dell’acqua (fondamentale per evitare l’ostruzione del sistema di micro-irrigazione). Anche in questo caso sul mercato si trovano regolatore di pressione e filtro in un pezzo unico
  6. una o più linee di trasporto dell’acqua, cioè i tubi principali, con sezione maggiore, portano in giro l’acqua
  7. molteplici tubicini sottili e flessibili e giunti di derivazione che dai tubi di trasporto principali si diramano arrivando nei vasi
  8. molteplici micro-irrigatori “goccia a goccia” (chiamati anche gocciolatori) e picchetti per il fissaggio nei vasi;
  9. sensori meteo e di umidità, per il risparmio idrico (opzionali)
  10. un punto di spurgo dell’impianto per svuotare l’impianto prima dei geli invernali pena la rottura di componenti fondamentali


A questo punto, prima di partire col piede sbagliato, è opportuno fare delle considerazioni su quello che bisogna realizzare. Per un piccolo terrazzo con piante in tanti piccoli vasi sparsi, ad esempio, la soluzione da adottare è quella più semplice: un programmatore a batteria da poche decine di euro attaccato a un rubinetto esterno (o a un serbatoio posizionato in alto da riempire con regolarità), un regolatore di pressione tra i più semplici, nessuna linea di maggior sezione per il trasporto ma solo un tubo capillare che fa il giro dei vasi e che alimenta i gocciolatori; questi saranno fissati e tenuti in posizione con un picchetto nei singoli vasi. Per questo tipo di impianto basterà un kit economico in vendita nei centri bricolage e nei garden center.


Per un grande terrazzo con vasi e vasche per alberi e arbusti di una certa qual dimensione, e contemporaneamente anche piccoli vasi fioriti, occorrerà invece ragionare sulla possibilità di adottare soluzioni più articolate. Le opportunità impiantistiche sono molte ma è conveniente creare due o più linee di distribuzione: ciascuna con una propria elettrovalvola (comandata da una centralina unica), oppure, eliminando la centralina, ciascuna dotata di un programmatore a batteria. Avere una centralina significa poter comandare le elettrovalvole da un posto unico, magari protetto e dentro casa; alcune centraline di ultima generazione sono controllabili e programmabili anche con app  Android/IOS dal proprio smartphone. Normalmente le centraline sono la soluzione più costosa ma solo sul breve termine, poiché i programmatori esterni hanno in genere vita più breve, sono più fragili e delicati (sensibili al gelo) e dopo qualche anno vanno riacquistati. Al contrario sul mercato si trovano elettrovalvole più robuste e resistenti e il costo di riacquisto di una singola elettrovalvola è normalmente inferiore a quello di un programmatore.


Inoltre, è diverso progettare la predisposizione di un impianto d’irrigazione in fase di ristrutturazione o costruzione di un appartamento oppure farlo quando tutti i lavori in muratura sono già realizzati. Nel primo caso infatti si ha l’opportunità di progettare il posizionamento della centralina e dei cavi elettrici (di alimentazione della centralina, di comando delle elettrovalvole, di collegamento ai sensori meteo e di umidità) sottotraccia, meglio ancora se nell’ambiente interno, di creare un vano murato all’esterno per il rubinetto, le elettrovalvole, i filtri e i regolatori di pressione e da qui far partire tubature murate (quelle che realizzano le linee di trasporto dell’acqua) dello stesso tipo di quelle utilizzate per il resto dell’abitazione e che portano l’acqua fino in prossimità dei punti di utilizzo (vasche, cassette, vasi, etc..). A questi verranno in seguito collegati i tubi capillari e i gocciolatori per la micro-irrigazione. Sarà importante, in fase di costruzione, pensare anche al punto di spurgo dell’impianto per il periodo invernale e al deflusso nel pluviale del percolato dei vasi (acque in eccesso).


Nel caso in cui occorra invece realizzare un impianto senza fare lavori di muratura, le elettrovalvole e le partenze delle linee saranno ubicate in cassette applicate al muro e i tubi di trasporto (tubazioni rigide o flessibili di polietilene) che verranno sostenuti dai muri con dei sistemi di fissaggio esterni specifici a seconda del tipo di tubo utilizzato. Anche qui, una volta arrivati in prossimità dei punti di utilizzo, verranno collegati i tubi capillari in polietilene e i gocciolatori per la micro-irrigazione. Per quanto riguarda infine le regolazioni relative alla programmazione alla scelta e taratura dei gocciolatori, vanno fatte in funzione delle essenze, dei vasi, del clima e… della propria esperienza di bravo giardiniere!